E’ incredibile come nel 2011 si debba ancora comunicare tali orripilanti notizie. Il Parlamento ugandese pare stia tentando nuovamente, dopo il fallimento del 2009, di far approvare una legge che condannerebbe i gay del paese alla pena di morte. Un provvedimento che se venisse approvato andrebbe contro ogni genere di tutela dei diritti umani.
Giustappunto, oggi, Amnesty International e Human Rights Watch hanno invitato il parlamento ad abbandonare ogni intento di approvazione del provvedimento. Nel 2009 era già iniziato un iter legislativo per approvare tale brutale legge; poi per fortuna tutto è stato bloccato dalla comunità internazionale. Venerdì scorso, purtroppo, i lavori sono ripresi e la questione è stata riaperta in Parlamento. Michelle Kagari, direttore africano di Amnesty, ha commentato così la sconvolgente notizia:
E’ preoccupante che tale provvedimento riprenda in esame un progetto di legge che umilia, ridicolizza la dignità umana e viola i diritti umani.
Essere gay in Uganda significa subire discriminazioni e, praticamente, andare contro la legge. Sì, perché l’omosessualità risulta illegale nel paese ed è punibile con l’ergastolo. Il nuovo disegno di legge prevede un inasprimento della pena, con la condanna a morte per i gay che si sono macchiati di abusi su minori dello stesso sesso o che siano malati di Aids. Il testo conterrebbe anche sanzioni per i medici, ad esempio, che non dichiarino alle autorità l’orientamento sessuale dei pazienti. Insomma, una vera follia!
Graeme Reid, di Human Right Watch, ha affermato:
In Uganda i diritti dell’uomo vengono calpestati: i gay sono discriminati e le manifestazioni pacifiche represse!
Vogliamo che la comunità internazionale non permetta la promulgazione di una legge d’odio e criminale. Mobilitatevi tutti affinché ciò non avvenga!