Nei mesi scorsi, la Repubblica Ceca aveva presentato una proposta bizzarra, ossia sottoporre i richiedenti d’asilo politico ad un test fallometrico per individuare il grado d’omosessualità attraverso il grado d’eccitazione raggiunto accanto a persone del proprio sesso. Cecilia Malmström, commissario agli affari interni dell’Ue, boccia senza appello la pratica (Fonte Libero):
Sono metodi medievali, e violano la privacy degli immigrati. La prova è a dir poco dubbia e giunge a conclusioni non sufficientemente chiare. La pratica può violare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, poiché questa tocca procedure basate su una parte intima della vita privata di un individuo.
Ma il rifiuto categorico da parte dell’Unione Europea ha fatto letteralmente infuriare il ministro degli interni ceco convinto che le “prove fallometriche” siano state utilizzate raramente, in meno di 10 casi di istanze di asilo e per giunta fino al 2009. Inoltre, sarebbero state sempre condotte sotto la supervisione di esperti, e sempre con il pieno consenso del richiedente d’asilo. Il caso emblematico è arrivato all’attenzione dell’opinione pubblica dopo che la mancata accoglienza di un esiliato iraniano che avevo chiesto “ospitalità” in Repubblica Ceca, ricevendo un secco rifiuto perchè non si era voluto sottoporre al “metodo scientifico” discriminatorio.