La proposta di istituire un registro per le unioni civili (gay comprese) avanzate da Campania rainbow, non è piaciuta ai ragazzi di Giovane Italia Salerno, movimento giovanile in ala PdL, e Rosario Peduto, consigliere circoscrizionale ed esponente del PdL salernitano. Antonio Mola, dell’esecutivo provinciale del movimento, ha espresso tutta la sua contrarietà al progetto (Fonte Il Gazzettino Vesuviano):
Non possiamo certamente essere d’accordo su una proposta come questa. Non è discriminazione, ma riteniamo necessario distinguere fra diritti della persona, da garantire, e diritti della persona in relazione alla coppia. Non credo che si possa equiparare qualunque genere di convivenza alla famiglia tradizionale. Insomma, se la proposta non fosse stata sposata da consiglieri (Petillo, Torre, Loffredo e Mazzeo, ndr) e assessori comunali (Savastano e Calabrese) avremmo potuto derubricarla ad una pagliacciata. Invece, il sostegno di esponenti della maggioranza del consiglio comunale e della Giunta del sindaco De Luca ci preoccupa. Se la proposta arriverà davvero in Consiglio, ci auguriamo che i consiglieri del PdL e del centrodestra si oppongano duramente, smentendo anche alcuni “esponenti” che dovrebbero appartenere alla nostra area politica e che hanno tenuto a battesimo l’iniziativa. Per quel che ci riguarda, continueremo a lavorare con le associazioni di categoria per la difesa della famiglia.
Rosario Peduto, che si è più volte schierato contro i Dico promossi da Rosy Bindi, ha aggiunto:
Questa proposta, che privilegia le scelte del singolo rispetto alla tutela del nucleo fondante della società, è il “divorzio” tra la sensibilità dei moderati e la Giunta De Luca. Nino Savastano, assessore alle politiche sociali del Comune, nel suo ruolo istituzionale e politico si è spinto a ribadire l’importanza di questi temi: ritengo, quindi, che i consiglieri di maggioranza che fanno riferimento al mondo cattolico non possano tacere su un episodio simile. In attesa di sapere cosa ne pensa il sindaco Vincenzo De Luca, mi limito a dire che l’attenzione dell’azione amministrativa comunale debba essere rivolta alle famiglie “tradizionali” in difficoltà, pensando ad un sistema fiscale di vantaggio.