Una ricerca qualitativa, condotta da Arcigay, tramite interviste rivolte a 80 persone Lgbt e 30 operatori, contattate in cinque città (Roma, Bologna, Milano, Napoli e Cosenza) ha messo in evidenza il buon (o cattivo) funzionamento delle strutture rivolte agli omosessuali. Dopo il caso Marrazzo, la capitale d’Italia è risultata il luogo meno accogliente del quintetto come spiegato da Rebecca Zini, ricercatrice e responsabile nazionale Salute per Arcigay (Fonte Repubblica):
La vita in strada a Roma è peggiorata. E’ più difficile lavorare, il rischio di aggressioni è più forte. Da questo punto di vista la città si sta spopolando. Anche se la rete di assistenza funziona abbastanza bene.
Diversa la situazione di Bologna come rilevato da Carlo Francesco Salmaso:
Qui c’è un tessuto sociale attento alla marginalità. Emerge una propensione a lavorare in rete, tra laici e cattolici. Anche se nessuno lo dichiara in modo esplicito, la forte presenza di omosessuali garantisce maggiori entrate economiche.
A Milano, lo studio ha messo in evidenza la massiccia presenza di unità per strada volte a prevenire la prostituzione maschile. Non va così, invece, al Sud. Napoli e Cosenza si confermano maglie nere ed il fenomeno non accenna a diminuire.