Uno studio realizzato negli Stati Uniti ha evidenziato come la presenza di studenti gay o lesbo aumenti le prestazioni delle classi cosiddette “miste”, ossia quelle realtà scolastiche nelle quali gli studenti appartenenti a una realtà GLBT possano vantare una condizione migliore, anche psicologica; una convivenza che, a lungo termine, apporterebbe numerosi vantaggi.
Lo studio ha coinvolto ben 245 ragazzi di un’età compresa tra i 21 e i 25 anni che hanno confermato come questo supporto aiuti a relazionarsi non solo nella realtà scolastica, ma anche nella vita sociale di tutti i ragazzi; un risultato che dovrebbe spronare le scuole a favorire questo tipo di relazioni intrapersonali tra alunni.
Uno degli ideatori dello studio realizzato, Russell Toomey, ha spiegato che il progetto è sicuramente valido e non può né deve essere abbandonato, anche in seguito agli eventi che hanno causato la morte di un ragazzo omosessuale e vittima di violenze fisiche e psicologiche da parte dei suoi compagni di classe. L’idea? Promuovere le Gay-Straight Alliances, ossia gli inserimenti di studenti omosessuali in diverse realtà sociali. Accadrà davvero? Speriamo di sì.
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