National AIDS Trust (NAT) ha pubblicato un nuovo rapporto in Gran Bretagna in cui chiede una maggiore sensibilizzazione sui rischi che affrontano gli uomini gay con HIV quando entrano in contatto con l’epatite C: l’implicazione che spesso viene associata alla trasmissione del virus HIV è l’infezione anche della forma epatica che implica e compromette principalmente il fegato.
Secondo il rapporto del Trust, il 7% degli uomini sieropositivi gay sono co-infettati con l’epatite C e, nella maggioranza dei casi, non ci sono sintomi riscontrati dopo l’infezione; in generale, circa il 25% delle persone infettate dal virus dell’epatite C eliminano il virus naturalmente dal loro sangue durante l’infezione acuta, ma circa i tre quarti sviluppano la forma cronica.
Deborah Jack, Amministratore Delegato di NAT, ha dichiarato:
Il tasso di uomini gay sieropositivi con infezione concomitante da epatite C nel Regno Unito è troppo alto.
È importante che tutte le persone con diagnosi di HIV si sottopongano annualmente a uno screening per l’infezione da epatite C e questo dovrebbe essere un requisito nella messa in opera dei relativi servizi (in una recente verifica, solo il 66% aveva avuto un test annuale).