Hanno suscitato molto scalpore le affermazioni di Massimo Giorgetti, assessore all’edilizia pubblica del Veneto, sulla possibilità di assegnare case popolari anche a coppie gay. Il politico, eletto nelle fila dei Pdl, si è mostrato piuttosto contrariato per la proposta:
Sono contrario all’assegnazione di case popolari ai gay: non avendo case per tutti, si devono privilegiare utenze che corrispondano a famiglie tradizionali in stato di povertà o casi di evidente necessità come possono essere quelli di una madre che si ritrova a dover allevare un figlio da sola dopo una separazione. Certamente, la nostra è una nazione fondata sulla famiglia tradizionale e io sono d’accordo su questo: la politica avrà pure il diritto di privilegiare alcune categorie in cui crede piuttosto che altre, no? Dunque io ribadisco questo: visto che non ci sono case per tutti, qui vanno privilegiate le famiglie.
Affermazioni visibilmente discriminatorie, che trovano pieno appoggio della collega Elena Donazzan, assessore all’istruzione:
I comportamenti sessuali sono privati, però è diritto della politica fare scelte precise, specie nei momenti difficili come l’attuale dove le risorse sono limitate. Serve un serio sostegno alla famiglia. E per me e il mio partito l’unica famiglia possibile è formata da un uomo e una donna, uniti stabilmente, con i loro figli. La casa pubblica va destinata a loro, specie se in difficoltà economica. A Giorgetti il mio sostegno. Sono pronta a votare in giunta regionale un regolamento per ridefinire i criteri di attribuzione delle case pubbliche ancora di più a favore delle famiglie.
Immediata la replica del Pd per una posizione inaccettabile:
La Giunta Regionale del Veneto discrimina i gay e le famiglie a basso reddito. Gli assessori Donazzan e Giorgetti non sono omobofi , ma ancora peggio: sono dei venditori di fumo che spacciano per grandi decisioni politiche a favore delle famiglie ciò che, in ambito abitativo, da sempre accade. Non è mai successo infatti che una coppia gay abbia ottenuto privilegi e punteggi sufficienti per vedersi riconosciuta l’assegnazione di un alloggio popolare.
Ma Giorgetti non ci sta ed è pronto a ribattere rincarando la dose:
Come politico e assessore rivendico il mio diritto-dovere di promuovere politiche specifiche anche di aiuto alla famiglia con gli strumenti che ho a disposizione, senza dover essere accusato di omofobia. Se così non fosse mi spieghi se tanti provvedimenti regionali, votati e condivisi anche dal suo gruppo, che incentivano specifiche categorie e corpi sociali, sono discriminatori. Sulla casa, ad esempio, i provvedimenti pro-anziani discriminano i giovani?