Il recente coming out di Tom Daley ci porta a voler fare il punto su come i media gestiscono il coming out delle persone famose. Noi stessi abbiamo utilizzato la parola gay nel titolo del nostro articolo, ma riflettendo sul video girato dal ragazzo è più che mai necessario fare il punto sul coming out in caso di bisessualità e sulla assurda necessità che questo mondo ha delle etichette.
Su una cosa siamo fermamente convinti: se vivessimo in un contesto ideale non vi sarebbe bisogno di stupide etichette. Etero, gay, bisex, pansessuale: nulla avrebbe importanza perché chiunque sarebbe libero di amare e fare l’amore con chi vuole. Purtroppo viviamo in un mondo dallo stampo socio-fecale condito di omofobia e tante altre cose. Tom Daley ha spiegato di essersi innamorato di un ragazzo, di aver sentito il “click” scattare e tante altre parole stupende. Nel momento in cui dice “apprezzo ancora le ragazze” perché negare il fatto che abbia scelto queste parole? Se ci riflettiamo lui stesso si sta etichettando come bisessuale. E non dobbiamo scordare che la bisessualità è una sfumatura esistente della sessualità, non è un mito antico.
Ed i media, perché puntano sempre sullo “scandalo” sull’etichettatura facile? Possiamo dirvi che lo fanno perché il titolo è più incisivo, perché hanno dei caratteri prestabiliti da rispettare. In realtà pensiamo che più semplicemente è più facile lucrare su qualsiasi cosa, anche la più bella, giocando sul suo lato più emotivo e spinto. E sinceramente nel caso di un coming out così bello come quello di Tom Daley ci sembra una cattiveria bella e buona. I media generalmente tendono a voler ignorare la verità, o comunque ad esporla da un punto di vista molto personale. Possibile che si debba etichettare tutto in qualche modo? Non se ne può proprio fare a meno? E poi ci si chiede perché molti vip fanno passare anni prima di dichiararsi?