Viene chiamato bro job l’atto di sesso orale tra due uomini eterosessuali. Lo si fa in amicizia, lo si fa perchè si ha voglia e secondo un recente studio lo si farebbe anche per provare la propria supremazia nei confronti degli altri uomini. E questo in particolare coinvolgerebbe anche rapporti sessuali completi.
Forse chi vi scrive è limitato nel ragionamento, mettiamolo in conto, ma sebbene le prime due motivazioni alla base del bro job ci sembrano anche avere un senso, a prescindere o no dallo stato di ebrezza dei due uomini coinvolti, la terza opzione ci lascia alquanto perplessi. Un uomo eterosessuale che fa sesso con un altro uomo per supremazia. E’ la dottoressa Jane Ward a spiegare la questione attraverso il suo ultimo libro intitolato “Not Gay – Sex between straight white man“, sostenendo che i protagonisti della sua ricerca praticherebbero sesso anale tra loro nella maggior parte dei casi per affermare ancor di più il loro posto nella società e la loro eterosessualità. Non vogliamo ovviamente limitare le possibilità in quanto ad identità di genere e identità sessuale, né mettere in dubbio la buona fede di nessuno, ma come è assurdo etichettare come omosessuale una persona che ha avuto una sola esperienza omosex in vita sua, non rientra nella normalità dei ragionamenti dire che un uomo afferma la propria eterosessualità facendo del sesso con una certa cadenza con le persone del suo sesso per affermare la propria eterosessualità. Andiamo, per partecipare all’atto l’eccitazione deve esserci, e se la questione si ripete, non converrebbe farsi due domande e riflettere sulla fluidità della propria sessualità?
Photo Credit | Thinkstock