Gay o non gay… non importa.E’ questo il concetto che tutti sembrano perdere di vista. Soprattutto gli ignoranti e gli omofobi che sono confluiti al Circo Massimo di Roma la scorsa domenica. Non è un problema di numeri gonfiati. E’ purtroppo un problema di cervello e mentalità.
Un servizio condotto all’evento da Luca Iavarone mette infatti davanti agli occhi quanto sono assurde le motivazioni per essere scesi in piazza contro un diritto. Già il fatto che manifesti per negare un diritto sacrosanto a qualcuno non ha senso. Che lo si faccia dicendo la classica frase “ho tanti amici gay ai quali voglio bene però è contro le legge di Dio” decisamente apre il baratro dell’imbecillità. Affetto discutibile, senza dubbio. Ma anche poca capacità di pensiero. Tutta questa gente in piazza mangia crostacei? Ha fatto sesso prima del matrimonio? Perché riflettiamoci: anche questo è contro ciò che dice la Bibbia.
Un passo falso enorme lo ha fatto Giorgia Meloni acclamando la famiglia tradizionale e poi annunciando di essere incinta: dove è qui la “tradizionalità”? Il problema è uno solo: gay o non gay non importa. E’ il rispetto e l’amore per l’altro a dover prevalere. Perché negare i diritti sulla base di qualcosa che è naturale oltre che nell’uomo anche in altre specie? Manifestereste per negare diritti alle persone bionde? O rosse? E’ bene che le persone inizino a ragionare. Il family day è stata una bruttura sociale davvero ignobile per la quale il nostro paese verrà ricordato negativamente negli anni a seguire.