Uno dei più grandi problemi della comunità LGBTQ nasce dall’omofobia che si nasconde nel silenzio. E nell’impossibilità, in molti casi, di rispondere come necessario a chi dice che quando la si lamenta “si fa le vittime in modo inutile“.
Questo il commento di una ex partecipante al Grande Fratello sulle parole poco consone utilizzate da Clemente Russo nella casa del Grande Fratello vip. Ma non è l’utilizzo del “friariello” dal quale poi sembra essere scaturita, per quanto poco sentita (inizialmente), una riappacificazione ed un cambiamento da parte del pugile a farci pensare, quanto l’invito della suddetta partecipante allo smettere di lamentarsi altrimenti l’omofobia ci sarà sempre.
Quello che viene da chiedere è: come si può pensare di combattere l’omofobia nei confronti della comunità LGBTQ se la stessa non si denuncia? Come non si fa a vedere che il silenzio è la cosa sbagliata? Sono molte le domande che rimbalzano nella testa. E forse quella più frequente è proprio quella legata alla motivazione di una frase simile quando teoricamente si dovrebbe essere ben coscienti della sofferenza di gay e lesbiche in Italia e più in generale di chi è queer.
E’ proprio davanti ai piccoli fatti che bisogna iniziare a far sentire la propria voce ed a tentare di educare l’ignoranza del prossimo. Il silenzio aiuta la violenza ed il razzismo. Non è utile a combatterli. Bisogna fare rumore, con educazione e coscienza. Ma bisogna farsi sentire. Altrimenti è tutto inutile. Ed in un paese come il nostro, dove il coming out per molti significa essere pestati o cacciati di casa, il silenzio non è un’opzione praticabile.
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