La notizia è di quelle che potrebbero cambiare – almeno un pochino – la storia: a partire da oggi e fino alla fine del mese di maggio, i credenti potranno riunirsi in una veglia di preghiera che ha lo scopo di porre la parola fine all’omofobia, alla transfobia e a tutte le forme di discriminazione.
Ad ottobre 2016 era stato proprio Papa Francesco – di ritorno da un viaggio in Georgia e Arzebaijan – a dire che bisogna accogliere omosessuali e trans perchè questo è quello che farebbe Gesù. Adesso pare che almeno una parte del mondo cattolico abbia preso sul serio l’invito organizzando veglie di preghiera in varie città italiane che hanno lo scopo di riunire nella stessa piazza o parrocchia i credenti, omosessuali e non, per l’affermazione della lotta comune a tutte le forme di discriminazione.
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Le prime comunità ad attivarsi in tal senso sono quelle di Genova e Palermo, due diocesi i cui arcivescovi in passato vietarono ai fedeli la partecipazione ad eventi simili. Questa volta però l’atteggiamento è cambiato e lo dimostra anche il motto delle veglie cattoliche, un versetto della Lettera di San Paolo ai Romani: “Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite”.
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Non è previsto alcun intervento da parte di escovi e cardinali ma alle veglie parteciperanno pubblicamente nuerose comunità di ordini religiosi e associazioni cattoliche. A Genova, la veglia si svolgerà all’interno di una parrocchia ma vedrà anche la partecipazione del vicario generale della diocesi, Nicolò Anselmi. A Milano invece, la veglia saà in realtà una fiaccolata che partirà dal tempio valdese per arrivare alla parrocchia di Santa Maria della Passione. A Palermo infine, la veglia è stata promossa dalla Chiesa Evangelica Luterana ma anche dai comboniani e dai gesuiti della Chiesa del Gesù. Altre importanti adesioni sono previste anche a Firenze, Reggio Emilia, Catania, Trieste, Bologna e tante altre città italiane.