Il generale Fabio Mini, ospite del salotto televisivo di Klaus Davi, ha dichiarato che (Fonte Il Velino)
Un soldato o un generale potrebbero anche dichiarare la propria omosessualità, ma probabilmente non avrebbe le stesse chance di carriera di un gay non dichiarato, perché nelle forze armate la mentalità è ancora molto chiusa e ristretta
Aggiunge inoltre che, in caso di promozioni, qualora il candidato sia dichiaratamente gay, è importante che viva la propria omosessualità in modo sobrio e non ostentato, altrimenti verrebbe con molta probabilità penalizzato. Il generale evidenzia come sia importante che gli appartenenti agli alti ranghi della gerarchia militare non si rendano ricattabili, e che dunque chi va in locali di dubbia fama, frequenta gente poco raccomandabile, tira cocaina ha uno stile di vita incompatibile con la missione dell’esercito. Sottolinea, poi, che queste regole valgono allo stesso modo anche per i soldati eterosessuali.
Ci si chiede però perché, quando si parla di uomini gay si pensi automaticamente che questi abbiano uno stile di vita dissoluto, tanto da voler precisare quali siano i requisiti necessari per rimanere all’interno dell’esercito. Ci si domanda, inoltre, cosa significhi vivere in modo sobrio la propria omosessualità: non è l’orientamento sessuale che fa la persona, bensì i suoi comportamenti, indipendentemente dal fatto che sia etero o gay.
Il generale chiude osservando che in Italia, rispetto agli altri paesi occidentali, ci sono ancora pochi militari gay dichiarati, ma che coloro che vivono alla luce del sole sono a suo modo di vedere spesso molto più ‘machi’ dei loro compagni etero. Chi immaginava i soldati gay armati di boa di struzzo invece di mitra resterà dunque deluso.