Le parole dell’abate Beda Paluzzi sulla volontà di non accogliere gay (e Vladimir Luxuria) alla tradizionale Candelora dei femminielli presso il Santuario di Mamma Schiavona ha lasciato il segno (Fonte Irpinia News):
Il nostro impegno è difendere i valori su cui si fonda la Chiesa. Non possiamo accogliere chi fa della propria scelta di vita un fenomeno da ostentare. Il credo religioso non può essere associato a manifestazioni folkoristiche nè può dar luogo ad estremismi che nulla hanno a che vedere con la fede.
Don Vitaliano della Scala prende posizione sull’ennesimo scontro in vista della manifestazione:
Bisogna recuperare il vero senso della festa. Le polemiche non servono. Bisogna ritornare ad una riflessione autentica dello spirito e significato di una cultura ultracentenaria, in cui, se nel 2002, è stato più utile che le persone prestassero il volto per rivendicare dei diritti, oggi no. Serve, invece, maggiore attenzione ai femminielli. La presenza di personaggi famosi leva visibilità alle persone vere e ai veri protagonisti autentici della festa. E’ importante aprire una discussione, la chiesa si deve aprire al dialogo. Proprio la benedizione a Montevergine dei femminielli dovrebbe servire per confrontarci con la diversità. All’interno della chiesa è necessario che si inizi a parlare di certi temi.
Anche Gennaro Imbriano, esponente di Sinistra Ecologia e Libertà, ha manifestato il suo disappunto per la scelta dell’abate:
Le parole intolleranti pronunciate dall’abate di Montevergine rischiano di alimentare l’omofobia e feriscono la sensibilità di tante persone. E poi sono parole che rompono con la tradizione antica, dal momento che l’accoglienza ha, da sempre, caratterizzato il rito della Candelora nel corso della sua lunga storia. Infondo, la stessa icona bizantina della Madonna Nera è la rappresentazione plastica dell’incontro tra culture diverse e lontane, che pure sono state capaci di contaminarsi. Come tutti gli anni sarò alla Candelora. E penso che saremo in tanti a testimoniare il rifiuto di ogni integralismo, nel rispetto della fede e dell’amore di ognuno.
Forza Nuova non ci sta e promette battaglia per vietare ai femminielli di partecipare all’evento:
La federazione avellinese di Forza Nuova rende noto che anche quest’anno si adopererà contro lo svolgimento del corteo omosessuale che ogni due di febbraio porta volgarità e imbarazzo presso l’Abbazia di Montevergine. Similmente a quanto fatto lo scorso anno l’obiettivo sarà quello di rappresentare il dissenso della popolazione nei confronti dell’incresciosa manifestazione e dar loro voce, voce che altrimenti verrebbe soffocata dall’ostentato perbenismo di amministratori, giornalisti, commentatori e altri parolai di professione. Noi sosteniamo che, prima che ad altri, un luogo appartenga a chi v’è nato, figlio ed erede di chi prima ancora vi nacque e vi morì, legando la propria vita alla propria terra. E dunque, che Montevergine sia dei frati e degli avellinesi, così come l’Italia sia degli italiani, e che nessuno si rechi, con intenti ingiuriosi come avverrà ancora tra qualche giorno, in luoghi che altri hanno consacrato con secolari templi della cristianità. Per nulla intimorita dal maldestro tentativo di metterci mediaticamente alla berlina condotto nei nostri confronti l’anno scorso, da buona parte dei cosi detti poli d’informazione, Forza Nuova annuncia e conferma la propria presenza a Montevergine, decisa a non retrocedere d’un passo né dinanzi alle centinaia dei buffi profanatori, né quando sarà vilmente attaccata dalle voci dei poteri forti, per ribattere alle quali sarà dato ben poco spazio. Avuta con noi, come avemmo e avremo, la voce degli italiani, lasciamo volentieri ad altri la voce dei ciarlatani.
Sul caso è intervenuta anche Angela Cortese, consigliere regionale del Pd (Fonte Corriere Del Mezzogiorno):
L’abate di Montevegine sovverte i principi fondanti del cristianesimo, che si basa sull’accoglienza e sull’apertura al diverso.