Anton Hysen, figlio del celebre ex difensore di Fiorentina e Liverpool e primo calciatore dichiaratamente gay, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per raccontare le difficoltà nell’aver rivelato pubblicamente il proprio orientamento omosessuale:
Non ho niente da nascondere, ho fatto coming out per poter vivere me stesso alla luce del sole. Certo vivo in Svezia, un Paese ateo e liberale, una scelta del genere in una nazione cattolica come l’Italia sarebbe stata più difficile. Ai tifosi dovrebbe interessare che sono un giocatore tecnico e non velocissimo, se mi schierano in difesa o esterno di centrocampo, e non con chi vado a letto.
Difficile (e tormentato) il rapporto con i compagni di squadra:
Mi insultano, mi dicono ‘Finocchio, giochi come una femminuccia’. Io sento i cori, penso che provengono da gente ignorante e immatura, torno a concentrarmi sulla partita. Sotto la doccia i miei compagni mi fanno i soliti scherzi, le solite battute. Tipo: c’è Anton, non lasciate cadere il sapone ragazzi.
E sul percorso d’accettazione…:
Avevo una fidanzata bellissima quando, due anni fa, mi resi conto di essere attratto dai ragazzi. Mi sono confidato con mia cugina, la lesbica. Poi l’ho detto a mia madre Helena. Infine a mio padre Glenn, la persona di cui più temevo il giudizio. Papà mi ha ascoltato e poi ha detto: non potrei essere più fiero di te, ti sosterrei anche se volessi fare la ballerina classica. Mi faccio forza con i miei valori, cioè lealtà, verità, umiltà: non arrivi da nessuna parte con gli atteggiamenti di Balotelli, che pure è un attaccante straordinario. Se uscirei con un calciatore? Se fosse carino, perché no?