Quando un’azienda italiana si schiera effettivamente dalla parte giusta si prova una sensazione di orgoglio che difficilmente si sperimenta altrimenti nel nostro paese: l’Atac ha dato il via libera alle licenze matrimoniali per le persone gay che lavorano al suo interno, anche se il matrimonio omosessuale non è regolamentato tra i nostri confini.
Ed è questo forse in parte che rende ancor più bella la notizia: il fatto che un’azienda del territorio italiano, che opera sullo stesso, prenda in considerazione le necessità dei suoi dipendenti al punto di concedere un tale privilegio. Nulla di eclatante alla fine: il dipendente Fabio Motti ha fatto la richiesta e l’Atac ha deciso di dire di sì nonostante la coppia a maggio si iscriverà semplicemente al registro delle coppie di fatto istituito dal Comune di Roma. Molti politici di destra ed alcuni giornali della stessa area ovviamente hanno sollevato delle polemiche basandosi sulla incostituzionalità dell’atto e della concessione.
Più generalmente ciò che è successo rappresenta a prescindere dalle diverse problematiche relative al mondo omosessuale un passo in avanti molto importante per quanto minuscolo, per ciò che concerne la nostra società. Difficilmente infatti aziende pubbliche o private sono così progressiste sul tema sul territorio italiano, limitandosi a lasciar correr senza effettivamente preoccuparsi dei diritti dei propri dipendenti. In questo caso, almeno per ciò che concerne questa coppia, le cose sono andate diversamente. Ed è un bene: forse c’è la possibilità di stabilire un precedente. E soprattutto qui in Italia, riuscire in questo spesso si rivela basilare per portare a casa il risultato alla fine.
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