Non tutti hanno preso bene il matrimonio della deputata Paola Concia con la criminologa Ricarda Trautmann avvenuto qualche giorno fa a Francoforte. A dire la sua, l’Avvenire che sentenzia: si tratta di gesto politico, una scelta strumentale per scatenare l’ennesimo scontro.
Il quotidiano cattolico la dice tutta:
È una scelta aderente ai peggiori modelli mediatici e commerciali che, da parte di una donna di sinistra, alternativa e controcorrente, almeno secondo l’immagine che lei stessa ama esibire, francamente delude un po’. Quello che colpisce e lascia perplessi è la straordinaria macchina del consenso che si è messa in moto per trasformare un momento comunque intimo in un episodio segnato da una pesante etichettatura ideologica.
Nessuno vuole mettere in dubbio la qualità dei sentimenti di Paola, sia chiaro, ma…
È davvero così stravagante la nostra Costituzione che riconosce e regola la famiglia (articoli 29, 30 e 31) come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna?. Mettendo per un momento da parte le istanze del matrimonio religioso come delineato dalla Chiesa Cattolica, non varrebbe almeno la pena di ricordare che, anche sul piano del diritto naturale, complementarietà e fertile progettualità sono condizioni irrinunciabili per parlare di un rapporto d’amore sancito sul piano pubblico?”. “Da qui discende la rilevanza civile di un matrimonio, anzi, questo la costituisce. Matrimonio e unioni omosessuali appartengono a categorie ontologicamente diverse. E non saranno espedienti legislativi nè mode culturali a colmare questa distanza obiettiva.
No comment dalla parlamentare. Ma suo padre Enzo, ultraottantenne già iscritto all’Azione cattolica e non presente al matrimonio per ragioni di salute, ha fatto sapere:
Non è stato facile capire e accettare, ma non dovete rendere conto né a me né ad altri. Già da domani dovrete affrontare l’intolleranza e in qualche caso l’odio verso chi ha fatto una scelta d’amore.
Un messagguio che parla anche per la nuova coppia.