Avvenire: “Non esiste una questione omosessuale in Italia”

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Avvenire: "Non esiste una questione omosessuale in Italia" Cultura Gay Il Sottosegretario della Famiglia Carlo Giovanardi (attaccato duramente dalla comunità omosessuale per le sue posizioni omofobe sul concetto di famiglia gay) ha trovato un degno difensore nel professor Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici, che in un articolo su Avvenire, ha analizzato le critiche ricevute dal politico dopo i commenti sulla pubblicità friendly dell’Ikea (Fonte Agi):

Nonostante cio’ che alcuni continuano a sostenere, non esiste piu’ in Italia, e da tempo, una ‘questione omosessuale’. E ugualmente non esistono ragioni sociali per sostenere il matrimonio omosessuale, ma al piu’ solo ragioni simboliche: sposandosi, i gay vogliono avere conferma pubblica dell’analogia della loro convivenza (giuridicamente lecita) alla convivenza eterosessuale, non solo lecita, ma riconosciuta e tutelata dal diritto in quanto procreativa e luogo di socializzazione primaria delle nuove generazioni.

Ha aggiunto:

Le discriminazioni che deplorevolmente colpiscono gli omosessuali sono analoghe a quelle che possono colpire chi, agli occhi ottusi, malevoli e a volte criminali di alcuni, appaia ‘diverso’ per etnia di appartenenza, per disabilita’ fisica o psichica, per religione, per provenienza sociale. Tali discriminazioni vanno severamente punite ma una cosa e’ difendere i sacrosanti diritti degli omosessuali, come persone e come cittadini, e tutt’altra cosa e’ far rientrare nella difesa di questi diritti il riconoscimento del matrimonio gay, questo sarebbe un errore simile a quello di chi sostenesse che per rispettare i diritti dei musulmani bisogna recepire nel nostro ordinamento la poligamia.

E concluso:

I gay (anche se non tutti) sono convinti che tra unioni eterosessuali e unioni omosessuali non sia la procreazione a fare la differenza: di qui la pressante rivendicazione perche’ la legge conceda ai gay il diritto di adottare bambini o addirittura quello di poterli procreare artificialmente. L’artificio, anche quello piu’ estremo (come la procreazione in vitro e il ricorso a un utero in affitto), che anche quando e’ posto in essere possiede il carattere dell’eccezionalita’, viene paradossalmente invocato e utilizzato per negare l’innegabile e cioe’ che la natura, vista come il fumo negli occhi dai gay, di norma affida la procreazione all’unione tra un uomo e una donna. Questa e’ la differenza, che fa differenza. Non si nega alcun diritto ai gay, quando ci si rifiuta di riconoscere alla loro convivenza un carattere coniugale, così come non si nega alcun diritto a una coppia di amici, quando non si riconosce alla loro amicizia rilievo giuridico. La questione e’ tutta qui: discutiamone pacatamente e lucidamente e lasciamo da parte accuse, biasimi, ironie, invettive, che sostituiscono al buon uso della ragione un cattivo uso dei sentimenti, delle passioni ideologiche e delle emozioni.

Sorpresi? Cosa vi aspettate da un quotidiano che viaggia sulla stessa lunghezza d’onda del Vaticano…

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