Sergio Prato ha 48 anni e gestisce il The Rose a Magenta con il suo compagno (da dieci anni insieme) Lorenzo: gay dichiarato, ha deciso di candidarsi per la carica di primo cittadino.
L’Espresso riporta un’intervista con il candidato sindaco, che dichiara candidamente l’ipocrisia e la dietrologia politica del nostro paese:
Conosco sindaci del Pd che sono gay, qui nei paesi vicini, e fanno finta di no. Lo sanno tutti. E loro niente. Poi vengono a casa mia e mi raccontano la loro vita, e io chiedo loro il perché non dichiarino apertamente di essere gay, ma rispondono che la gente non lo capirebbe.
Mi chiedo in realtà se chi non capirebbe sia in realtà il partito, i gay nascosti finiscono per essere più omofobi di tutti.
Il suo programma al momento non prevede il registro delle unioni civili fra i punti:
Non serve a niente, ciò che serve è una rivoluzione culturale che cambi Magenta e non aspettare che le cose cambino dall’alto, il Parlamento farà le leggi quando sarà dal basso la richiesta.
Sull’Arcigay, Prato ha le idee chiare:
Ho parlato con loro, ma sembravano un ministero… Il ministero gay.
Burocrazia, formalità, mille problemi… Allora ho preferito la lista degli amici cassintegrati dell’azienda cartiera di Magenta, isolati e messi al bando come i gay.
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