Il ministro della Cultura cileno, in una recente intervista sul canale TVN, ha espresso la propria posizione riguardo le unioni civili ed il matrimonio, manifestando apertamente la sua opposizione a quasi forma di discriminazione per le nozze celebrate tra persone dello stesso sesso:
Ovviamente si deve legiferare in materia di partnership gay (…) Abbiamo bisogno di stabilire se il matrimonio è un diritto dato ad una parte o accordo tra più parti. Ho l’impressione che si tratti della seconda opzione. La fede di ogni persona è un […] un problema della società civile, e credo che lo Stato debba mediare.
Luciano Cruz-Coke è il primo politico cileno che si è esposto, in maniera così chiara e netta, a favore del matrimonio gay. El Movimiento de Integración y Liberación Homosexual (Movilh) è soddisfatto per queste dichiarazioni:
Questa è la prima volta che un ministro, nell’esercizio del suo ufficio, è a favore del matrimonio gay. A questo proposito, e alla luce del dibattito in corso sulla questione, il suo punto di vista Cruz-Coke […] merita tutta la nostra valutazione… è chiaro che il sostegno per il matrimonio tra persone dello stesso sesso stia diventando sempre più orizzontale. Ci auguriamo che il Presidente Piñera prenda atto di questa realtà e il profondo cambiamento culturale, per far modo che, in Cile, si possa vivere con il pieno rispetto dei diritti umani di tutte le persone, senza restrizioni basate su identità di genere e orientamento sessuale.