Clemente Gasparri, fratello di Maurizio, ci tiene a far sapere che non si può essere allo stesso tempo gay e carabinieri. L’attuale vice comandante generale dell’Arma dei Carabinieri parlando al Corso di aggiornamento, Scuola Ufficiali dei Carabinieri di Roma, ha fatto una disgustosa metafora per parlare di omosessualità nell’arma:
Ammettere di essere gay, magari facendolo su un social network, come un graduato della Guardia di Finanza, non è pertinente allo status di Carabiniere. L’Arma è come un treno in corsa, i passeggeri sono vincolati, prima di scendere, alla responsabilità di lasciare pulito il posto occupato. Gli ufficiali del Ruolo Speciale che fanno il ricorso, i giovani ufficiali dell’applicativo che fanno istanze per avvicinarsi alla famiglia, gli omosessuali che ostentano la loro condizione, sono in sintesi tutti passeggeri sciagurati dell’antico treno, potenzialmente responsabili della sporcizia o del deragliamento.
Peccato non abbia parlato del capotreno. Se non è lui a dare il buon esempio come si può pretendere di arrivare sani e salvi a destinazione?
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