Può un coming out mettere a rischio il proprio lavoro? Ovviamente la speranza è a tale domanda corrisponda una risposta negativa. Nella realtà dei fatti…non sempre si può dare questa risposta che vorremmo essere scontata con leggerezza. Perché nonostante le politiche antidiscriminatorie esistenti, non sempre tutto è così lineare come dovrebbe.
Il nostro pensiero ovviamente corre immediatamente a questi posti di lavoro dove una determinata immagine sembra essere necessaria. Se parliamo del mondo dello spettacolo, il coming out, a meno che fatto presto ed in un determinato modo, è quasi sempre controproducente. E’ ingiusta come cosa ovviamente, ma è innegabile. Di solito ci si può permettere tutto ciò solo se si è raggiunti il grado di star o si ha una carriera che non ne venga affetta. L’ingiustizia della società ci fa pensare anche alle ripercussioni che si possono avere in luoghi di tipo scolastico, dove i pregiudizi sono gli ultimi a morire ed il coming out un passaggio della propria vita che è bene aver affrontato prima.
La vita privata, la sessualità, non dovrebbero essere mai una discriminante. Eppure spesso lo diventano, involontariamente. Pensiamo all’esiguo numero di CEO di società apertamente omosessuali a meno che non siano a capo di un’azienda costruita da loro stessi da capo a piedi. Insomma, per quanto tentiamo di raccontarci che non sia influente, un coming out potrebbe davvero mettere a rischio il proprio lavoro. Questo però non significa che bisogna rinunciarci. Bisogna essere se stessi e far sì che nessuno possa permettersi di discriminarci per via di chi amiamo.
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