La Corte Costituzionale della Corea del Sud ha confermato il divieto di sesso gay nelle Forze Armate (al fine di mantenere la disciplina tra i ranghi) con tanto di comunicato stampa diffuso agli organi di stampa:
Il codice del diritto non può essere considerato come atto giuridico discriminatorio contro i gay in quanto tale comportamento, se lasciato incontrollato, potrebbe comportare episodi deprovevoli in seguito a continue molestie da parte dei superiori in caserma.
Il divieto, stabilito nel 1962, punisce i soldati colpevoli di violare la politica poco gay friendly del regime con un massimo di un anno di carcere con l’accusa di atto disonorevole. La leva militare della Corea del Sud fa del servizio obbligatorio per tutti i cittadini di sesso maschile, uno dei suoi punti di forza per mantenere il potere (esclusa ogni opzione d’obiezione di coscienza).
Nel Paese asiatico, l’essere gay è considerato “anormale”, tant’è che un disonorevole congedo militare per aver dichiarato la propria omosessualità può diventare un pesante fardello per la vita pubblica. Il codice penale militare punisce chi fa sesso gay (sia consensualmente sia non consensualmente) come “molestia sessuale”.