In tempo di Gay Pride, ma anche più semplicemente (e purtroppo) ogni giorno, il problema dei diritti gay viene continuamente scansato a livello sociale. Quando un giornale alza l’attenzione sul tema, nei social network e nei commenti si legge spesso che non è un problema urgente, che si può aspettare, ed altre risposte simili. Oggi vogliamo provare a spiegarvi perché è importante che vengano riconosciuti.
Non vorremmo dover fare una distinzione nello spiegarlo, ma di solito chi fa questi ragionamenti è una persona eterosessuale. Non tutti (come chi vi sta scrivendo in questo momento, N.d.R.) pensano che i diritti gay non siano un argomento settario. In molti solo a sentire la parola “gay” reagiscono con un “pensiamo prima al lavoro, che ci importa dei loro diritti”. Non vi è ragionamento più sbagliato da intraprendere. E per due motivazioni. La prima è di carattere sociale: è un atteggiamento razzista. Chi è di orientamento sessuale differente da quello eterosessuale perché non dovrebbe avere il diritto di sposarsi, adottare figli, vedere riconosciuto il proprio amore? Non accettare o non richiedere parità è puro e semplice odio. Il secondo è di tipo politico. Giuridicamente siamo tutti tenuti ad avere gli stessi diritti e doveri davanti lo stato. Perché lo stesso non garantisce quindi il diritto di mettere su una famiglia a tutti?
Rispettare i diritti dei gay equivale ad avere rispetto per l’individuo, e quindi per se stessi. Il problema è che questo concetto difficilmente entra nella testa dell’italiano medio che davanti a vacue promesse di benessere si dimentica del proprio prossimo, appellandosi alla religione solo per trovare una scusa per odiare meglio, non per amare come la stessa insegna.
E’ importante, anche per ogni persona eterosessuale, lottare per i diritti gay perché nessuno deve sentirsi svantaggiato o discriminato perché ama una persona dello stesso sesso e perché è nel rispetto dell’individuo che passa quell’umanità che spesso ci dimentichiamo tutti di possedere.
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