Il settimanale GQ ha intervistato Laia Abril, fotografa documentarista catalana che, assieme a Salvador Perez, ha curato la mostra fotografica Dolce Pace, uno scorcio per immagini sulla vita quotidiana dei giovani omosessuali di Treviso (e non):
Il titolo trae ispirazione da un episodio realmente accaduto a Berlino, il 7 maggio 2009 davanti alla gelateria Dolce Freddo nel quartiere Schoenenberg. Due donne che stavano gustando un gelato, furono cacciate perché si erano baciate. Per provocazione due giorni dopo cinquanta coppie, riuntesi tramite social network, si baciavano davanti alla gelateria, al grido “Baciamoci finchè non arriva il padrone”.
Ha aggiunto:
In principio le coppie erano 20, ma poi si sono ridotte a tre. Non abbiamo potuto utilizzare tutte le foto che avevamo scattato perché dopo un po’ la maggior parte delle coppie hanno deciso di abbandonare il progetto. Chi per paura della famiglia, chi per timore di avere ripercussioni sul lavoro o sulla propria vita sociale. Sono molto legata a quella in cui i due ragazzi sono abbracciati. Una scena quotidiana, ma vedere due gay in questo atteggiamento provoca un effetto di straniamento. C’è ironia, lui con la mascherina per gli occhi e il pupazzo di Hello Kitty è davvero suggestivo.
Ed un monito per tutti:
Vorremmo lanciare un messaggio di normalità e far sì che i momenti quotidiani siano uguali se vissuti da tutti, non solo dagli etero. Per me è stato divertente oltre che appagante curare questo progetto: i gay hanno una carica di ottimismo e buonumore che dovrebbero avere tutti.