Don Ermis Segatti: “I gay non sono malati ma hanno una specifica sessualità che ha diritto di essere espressa”

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Don Ermis Segatti: "I gay non sono malati ma hanno una specifica sessualità che ha diritto di essere espressa" Cultura Gay Don Ermis Segatti, referente per la cultura e l’universita’ della Diocesi di Torino e docente di Storia del cristianesimo, ha ribattuto alle parole di Monsignor Rigon che ha visto nell’omosessualità una patalogia da curare:

Gli omosessuali non sono persone malate, contro natura ma hanno una loro specifica sessualita’ che ha diritto di essere espressa, sempre che non si tratti di una sovrastruttura psicologica transitoria o ostentata devianza’.

Ma il punto è un altro…:

Prima di dire se la Chiesa e ‘pro’ o ‘contro’ l’omosessualita’, per il sacerdote, bisogna porsi un altro problema, quello dell’effettiva conoscenza della natura specifica della sessualita’ delle persone di cui si parla. Bisogna ascoltare gli interessati, le loro esperienze e il loro vissuto, per andare oltre i luoghi comuni che rendono impossibile una visione serena e priva di preconcetti. Questo e’ il primo passo da fare. Dialogo si’, ma prima di tutto conoscenza, e cultura.

Il servizio prestato dai fedeli gay nelle parrocchie può essere oggetto di critiche e giudizi da parte dei benpensanti:

Molto dipende dalle relazioni instaurate. Non dire giusto per fare coming out. Ma anche in questo caso bisogna valutare molto attentamente le variabili in gioco e tener previamente ben conto di quale e’ il livello di ricezione seria di questa realtà, ovvero non sbandierando a destra e a manca la propria omosessualita’, ma nello stesso tempo senza avere paura che essa possa emergere. Dando testimonianza concreta della propria fede, facendosi conoscere e apprezzare per prima cosa come persone e poi entro questa dimensione aiutare la comunita’ ad accogliere la propria identita’ sessuale.

Qual è l‘unica soluzione del caso?

Il ”carisma specifico delle persone omosessuali” consiste nell’esprimere nella loro sessualita’ tutta la ricchezza delle relazioni e dell’amore e nell’essere, attraverso se stessi, realizzate pienamente come persone. All’interno della Chiesa, c’e’ senza dubbio una ”carenza” nella comprensione dell’omosessualita’ che rispecchia, purtroppo, modi di pensare diffusi, anzi largamente maggioritari nel vivere sociale corrente. L’antidoto consiste nella ”conoscenza” e nella ”capacita’ di incontrare le persone per cio’ che sono. Bisogna, criticando gli eccessi plateali della omosessualita’ ostentata, nefasti innanzitutto per la dignita’ degli omosessuali, far capire la normale serieta’ della cosa, al di la’ delle frasi fatte.

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