Unioni gay? No, grazie. Il ministro Elsa Fornero in una lettera inviata ad Avvenire ha chiarito il suo pensiero in merito al matrimonio tra persone dello stesso sesso:
Non ho auspicato che le unioni di fatto, sia etero sia omosessuali, siano equiparate alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, ma semplicemente invitato ad aprire gli occhi sulle diverse realtà che stanno emergendo e a non dimenticare, e meno che mai a discriminare, i diritti dei singoli individui che vi si riconoscono e che chiedono con forza un riconoscimento.
In sostanza le parole di appoggio che il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha speso nei confronti del matrimonio gay sono state fraintese:
Senza queste risposte, si acuirebbe un altro fattore di instabilità sociale, oltre a quelli di carattere economico resi più acuti dalla crisi in atto. Richiamare l’attenzione su una realtà, ancorché scomoda, non significa affatto esprimere giudizi, ma porre problemi, e invitare a riflettere. Prendere atto di una situazione sociale e personale di disagio diffuso e auspicare la ricerca di soluzioni che rimuovano tale disagio è cosa ben diversa dall’esprimere giudizi negativi sulla famiglia.
Già avere dei diritti individuali qui in Italia sarebbe un grandissimo passo avanti, purtroppo questo non basta. Il riconoscimento delle unioni omosessuale è una necessità. Necessità che i politici, siano essi tecnici o meno, sembrano non capire.
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