A quanto pare la FDA statunitense ha deciso di eliminare il divieto di donazione di sangue per i gay. Il problema? Le condizioni poste appaiono comunque discriminanti ed ingiuste. Perché fare delle distinzioni rispetto alle persone eterosessuali?
Il divieto di donazione di sangue per i gay viene a cadere a patto che gli stessi non facciano sesso da almeno 12 mesi prima della stessa. Da persone ignoranti in materia la prima cosa da che ci viene da chiederci è come si faccia a stabilire la castità di una persona da un anno. E la seconda è: per quale motivo tale problema non viene posto a persone eterosessuali che magari, niente di più facile, hanno svolazzato di “fiore in fiore” senza prendere precauzioni? E’ una distinzione che a priori non dovrebbe esistere data la presenza di analisi del sangue e test specifici per capire se la persona è “totalmente” in buona salute, anche dal punto di vista sessuale.
Eppure ancora una volta ci troviamo a considerare come in ogni campo dell’esistenza l’essere omosessuale rappresenti una caratteristica per la quale essere discriminati. E’ normale che la comunità LGBTQ per quanto in parte soddisfatta della caduta del divieto abbia da ridire. Perché è impossibile comprendere dal punto di vista medico quale differenza vi sia tra un “sangue etero e uno gay”. Nessuna ovviamente. Ecco quindi che il divieto salta, ma i pregiudizi restano. Penetrazione anale non è assolutamente sinonimo di “malattia” o problemi di salute. E’ ora che l’intera società, dovunque, se lo metta in testa.
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