Dopo aver approvato l’estensione .xxx ai siti pornografici (al solo costo di 70 dollari), l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), ente internazionale non-profit che ha l’incarico di assegnare gli indirizzi IP e di identificare il protocollo e di gestione del sistema dei nomi a dominio, ha annunciato, per giugno 2011, di dare avvio ai domini di matrice esclusivamente “gay”.
Una proposta che è piaciuta ad altri settori della società globale: gli ambientalisti vogliono accaparrarsi .eco, i bretoni opterebbero per .bzh mentre alcune città del mondo come Roma si candidano ad avere dei domini con il proprio nome.
Ma ancora una volta mi domando… a cosa serve tutto ciò?