Sei persone sono state accoltellate al Gay Pride di Gerusalemme. Israele è uno stato molto aperto e LGBT Friendly, ma a quanto pare, quando la religione diventa estrema, anche in un luogo simile non si è sicuri. E la tragedia che ha avuto luogo l’altro giorno durante la manifestazione ne è la riprova.
L’autore della strage è un ebreo ultraoltrodosso uscito dal carcere solo tre settimane fa per aver colpito analogamente il Gay Pride del 2005. Un criminale recidivo che ha sfogato il suo odio sulle persone presenti armato di coltello. L’uomo è riuscito a superare il cordone della polizia ed agire. Parliamo di Ishay Schlissel, 40 anni. 10 anni fa le sue vittime furono tre. Da alcune ricerche condotte sembra che da diversi giorni circolava in rete una sua lettera, scritta a mano, nella quale minacciava azioni nel corso del Pride.
Di nuovo quegli scellerati vogliono organizzare una marcia nella città del Re di tutti i Re. Vogliono profanare il suo Tempio. Vergogna. È dovere di ogni ebreo impedire tale sacrilegio, anche a costo di percosse o di arresti.
Un testo decisamente esplicito pregno di omofobia che non lascia dubbi. Purtroppo tutte le religioni, quando toccano il loro punto estremo, mostrano le proprie falle. E in questo caso, come in molti altri in tutto il mondo dipendenti da diverse confessioni, a farne le spese sono persone che non meritano odio, ma semplicemente diritti che non vengono concessi. Ancora una volta la comunità LGBTQ ha subito un attacco immeritato semplicemente per aver manifestato il proprio orgoglio.
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