L’onorevole Paola Concia ha chiesto a Gianfranco Fini di avere diritto all’assistenza sanitaria anche per la coniuge Ricarda, sposata lo scorso anno in Germania. A Montecitorio, tale diritto e’ riconosciuto per i coniugi, i figli, e anche per i conviventi dei parlamentari, e ora il Parlamento dovra’ scegliere se riconoscere uguali diritti alle due donne (Fonte Adnkronos):
Ho garantito che la pronuncia avverra’ entro fine legislatura. Ho chiamato l’ufficio di presidenza a pronunciarsi, non sara’ semplice ma credo sia doveroso. Non si puo’ nascondere la testa nella sabbia come gli struzzi. La questione va risolta con una risposta, in un senso o nell’altro. Credo che la pronuncia ci consentira’ di compiere dei passi avanti. E credo che, dopo le mie parole, avrete anche capito come la penso…
Della stessa opinione, anche, l’ex ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna (Fonte Ansa):
E’ ineludibile avviare un confronto sul riconoscimento di forme di convivenza tra persone dello stesso sesso. E’ necessario che il Parlamento ne discuta senza che questo voglia dire aggredire o demolire la famiglia come istituto o nucleo fondante della societa’.
A Tgcom24, la Concia ha spiegato le motivazioni della sua interrogazione parlamentare:
Nella società le coppie di fatto sono riconosciute in alcuni diritti, seppur pochi, come per le coppie sposate. In Parlamento le coppie di fatto etero hanno alcuni diritti, io invece di questo diritti non ho potuto usufruire perché coppia omosessuale. Sebbene la legislatura stia giungendo al termine, il presidente Fini si è fatto comunque avanti. La mia è una battaglia di principio contro un’evidente discriminazione. Sono anni che la segnalo e il Presidente della camera è d’accordo con me. L’ufficio di presidente però sta prendendo tempo per non decidere su cosa fare.
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