Il parlamento della Guinea-Bissau ha approvato un disegno di legge che comporterà il divieto assoluto di una pratica diffusa quasi nella metà della popolazione: le mutilazioni genitali femminili.
Con 64 voti a favore, tre astenuti e uno contrario, il piccolo stato dell’Africa Occidentale ha deciso che, d’ora in poi, chi praticherà l’infibulazione (la pratica che consiste nell’asportazione del clitoride e la cucitura delle grandi labbra) verrà punito con fino a 5 anni di carcere.
La norma dovrebbe influenzare anche la precaria situazione delle minoranze sessuali nel paese, in quanto apre un dibattito sui diritti umani delle persone e della loro sessualità. La Guinea-Bissau risulta essere tra i 20 paesi più poveri del mondo, attualmente ha un debito con l’estero pari a 921 milioni di dollari ed è interessata da un programma di interventi strutturali finanziati dal Fondo Monetario Internazionale.