L’identità transgender non è malattia mentale. E’ questo il risultato di un studio condotto in Messico. Il primo di una lunga serie che vuole spingere l’Organizzazione Mondiale della Sanità a rivedere le proprie valutazioni retrograde e datate sulla questione.
Ormai l’identità transgender non è più comunemente considerata una malattia mentale da tempo. Perché non l’OMS ancora si ostina a lasciarla nella lista. A quanto pare sarebbe dovuto allo stress ed alla disfunzionalità che le persone transgender possono sperimentare in alcuni casi. Questi due “sintomi” sono due dei 5 che definiscono malattia mentale alcune “situazioni” particolari vissute dalle persone. In questo caso a torto, come ha mostrato uno studio recentemente condotto in Messico e come intende provarlo una serie di ricerche similari che avverranno in diversi altri stati per spingere l’Organizzazione Mondiale della Sanità a rivedere ufficialmente le sue posizioni. Commentano i ricercatori:
Le nostre scoperte supportano l’idea che lo stress e la disfunzionalità possano essere il risultato della stigmatizzazione e del maltrattamento piuttosto che dell’avere un’identità transgender. Vi è bisogno di regole e programmi che possano abbattere la persecuzione e la rimozione dall’elenco delle malattie di mente è uno degli interventi da intraprendere.
E’ tempo di smettere di sostenere delle posizioni che non sono più sostenute da prove scientifiche ma che portano solamente ad una persecuzione più netta di persone che tentando semplicemente di trovare il proprio io. Non dobbiamo dimenticare che di transfobia muoiono tantissime persone. E’ necessario combatterla con tutte le forze, partendo dalle istituzioni, le stesse che dovrebbero dare il buon esempio.
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