La Corte Suprema indiana ha programmato per il 19 aprile una seduta nella quale darà ascolto a 15 appelli dell’High Court di Dehli per cercare di abbattere il bando alle unioni sessuali gay imposto nel 2009 nel Paese. I ricorsi in appello provengono da vari gruppi distinti: 19 genitori con figli gay, capitanati da Shyam Benegal; un gruppo di 16 insegnanti ed accademici ed uno formato da 14 psichiatri.
L’articolo 377 del codice penale indiano vieta i rapporti sessuali contro l’ordine naturale con uomini donne o animali e li punisce con 10 anni di prigione. La corte ha stabilito che la legge va contro la garanzia di equità degli individui nei confronti della legge e la tutela della libertà personale e protezione della vita:
L’articolo 377 bolla la comunità omosessuale come una classe ed ha un movente discriminatorio verso questa minoranza. Non ha altro scopo se non quello di criminalizzare una condotta che cozza con le concezioni religiose o la morale di una parte della società.
Dato che la popolazione indiana conta 1,2 miliardi di persone, la decisione corte depenalizzerà ben il 17% della comunità GLBT di tutto il pianeta!