Due giovani gay iraniani sono stati condannati a morte dopo il ritrovamento di un filmino a luci rosse. Il video è stato scoperto sui telefoni cellulari di Ayub e Mosleh, 20 e 21 anni, da agenti del regime nella città di Piranshahr Kurdistan, nel nord-ovest dell’Iran.
Secondo quanto riportato dalla polizia locale, assieme alle prodezze erotiche dei due ragazzi, sarebbero state montate immagini del presidente Ahmadinejad ed un colpo alla testa della guida suprema Khamenei ritratto simile ad un volto d’asino. Soheila Vahdati, difensore dei diritti umani for Human Rights Watch, Amnesty International e l’iraniano Queer Organisation con sede a San Francisco ha condannato fermamente il gesto:
Non fanno distinzione tra stupro e atti omosessuali. Come pure, c’è una cultura della vergogna. Le famiglie non si difendono i propri cari da questo brutale punizione. Siamo molto preoccupati, anche se non abbiamo tutti i dettagli. Cercheremo di salvare loro la vita, ma purtroppo l’Iran ha giustiziato rapidamente persone in passato.
L’Associazione dei musulmani britannici, insieme a una coalizione internazionale di organizzazioni musulmane, ha disapprovato la sentenza ritendendo che non ci si debba appellare al Corano per giustificare tale pena:
Allah dice nel Sacro Corano: ‘Se qualcuno uccide un essere umano a meno che non sia per omicidio o per diffondere la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso tutta l’umanità’; se qualcuno salva una vita, sarà come se avesse salvato la vita di tutti gli uomini…