Joan Sandy Achieng ha perso la propria vita dopo esser stata tenuta in ostaggio dai suoi genitori perché lesbica: la giovane, in preda alla disperazione per essere reclusa in casa dalla famiglia, si è suicidata mercoledì notte in Kenya.
La donna, identificata come Joan Sandy Achieng, viveva e lavorava a Nairobi finché i suoi genitori non hanno scoperto la sua omosessualitàe hanno deciso di tenerla in ostaggio per farla sposare con un uomo più anziano.
Secondo i rapporti ricevuti da Denis Nzioka, direttore del magazine lgbt Identity Kenya, la Achieng era stata aggredita e accoltellata da una sua amica e i genitori sono intervenuti per badare alla figlia; il risultato invece è stato che la ragazza ha visto confiscarsi il cellulare e il fratello è divenuto una sorta di secondino.
Tre giorni prima del suo suicidio, la Achieng è riuscita a fare una telefonata a uno dei suoi amici più stretti per inforlamrlo di essere stata forzata a sposare un anziano amico di famiglia, che ha ripetutamente abusato di lei e che ne aveva avuto abbastanza per sentirsi pronta a togliersi la vita.
Questo è purtroppo il quarto caso di suicidio causato da famiglie omofobe, ostili all’omosessualità, obbligando a matrimoni curativi contro la volonta delle vittime che, sconvolte dalla miseria della vita prospettata in una simile condizione, preferiscono togliersi la vita.
L’omosessualità è illegale in Kenya, con gli atti sessuali gay punibili con la reclusione dai 5 a 14 anni.
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