La regione Lazio classifica i siti con la denominazione “gay” come pornografici. Sergio Rovasio, segretario dell’Associazione radicale Certi Diritti, è stato il primo ad accorgersi del trattamento che hanno ricevuto tanti siti di informazione come gay.it, gay.tv o gay news.it:
Accesso non consentito. Motivazione: le attuali policy aziendali non consentono l’accesso al sito richiesto. La pagina che si sta tentando di visualizzare è categorizzata come ‘Pornography’. Per eventuali lamentele, si viene invitati a contattare l’helpdesk di supporto. Dopo aver chiuso l’accesso a decine di siti e social network, ora è il turno dei siti di informazione sulla comunità Glbt portali che pubblicano spesso anche iniziative radicali su unioni civili e discriminazione.
Alessio De Giorgi, direttore di gay.it, ha dichiarato che non si tratat di una novità. tante aziende oscurano i siti nonostante non abbiano nulla di scandaloso ne pornografico:
Eravamo già a conoscenza di casi del genere da parte di amministrazioni pubbliche e aziende, questa è una vera discriminazione, che non permette alle persone di informarsi a dovere soprattutto sui temi dell’omofobia.