Con un’unanimità straordinaria (49 voti a zero), il Parlamento islandese ha deciso di equiparare il matrimonio “tra donna e donna” e quello “tra uomo e uomo” all’unione eterosessuale. La normativa è stata appoggiata fortemente dal neopremier Johanna Sigurdadottir, dichiaratamente lesbica, che è riuscita a placare le azioni conservatrici e far valere il buon senso.
Assieme a Danimarca, Norvegia e Svezia, la fredda (solo come clima) Islanda si configura come un’isola felice per tutti i gay della Scandinavia. L’illustre politologo Gunnar Kristinsson, professore dell’Università D’Islanda, non è affatto sorpreso per la decisione dell’Assemblea Nazionale, tra le più progressiste d’Europa.
L’Islanda è un Paese dall’attitudine fortemente pragmatica. Il matrimonio omosessuale non è mai stato visto come un problema, non è mai stato considerato una controversia.