Luca Di Tolve: “Non credo ci siano gay felici”

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Luca Di Tolve: "Non credo ci siano gay felici" Cultura Gay Forse il nome Luca Di Tolve non vi dirà apprentemente niente, se non lo riconducete all’indiscusso protagonista della canzone sanremese di Povia, Luca era gay, magicamente diventato etero, sposato con una certa Lisa e accanito sostenitore dell’Udc e dei suoi ideali cristiani. Dalle pagine di A, l’uomo vuota il sacco raccontando nei minimi particolari la propria svolta

Non credo ci siano gay felici. Chi nasce maschio deve fare cose da maschio. Deve seguire la sua natura. I veri maschi entrano in una comunione profonda tra di loro, senza per questo avere rapporti sessuali. Una volta ero omosessuale e di sinistra, ora sono sposato.

Sono lontani i rapporti fugaci consumati con altri uomini

E’ l’amicizia virile che unisce. Io invece avevo solo legami superficiali, la passione erotica mi abbagliava, pensavo fosse quello il cameratismo che cercavo.

L’intervista tocca le corde della sfera familiare, il ricordo vivo della madre a cui è legata tutta la sua infanzia

Mia madre mi ha educato quasi come una bambina. Non ho avuto alcun modello maschile, così l’ho sublimato, erotizzato. Oggi mi rendo conto che facevo sesso con gli uomini per identificarmi in loro. Mi comportavo come i cannibali. Sono cresciuto emarginato. I ragazzini sanno essere crudeli, mi urlavano in faccia quello che già sapevo: frocio. Nei locali, tra tutti quei corpi mi sembrava di fare finalmente parte di un gruppo.

Ed un evento che gli ha cambiato profondamente la vita

La vera crisi è arrivata quando un mio compagno è morto di Aids. In quei giorni il virus ha spazzato via molti amici e io ho scoperto di essere stato contagiato. Era l’inizio degli anni Novanta. Qualcuno lasciò a casa mia delle dispense su Joseph Nicolosi, un terapista italoamericano che aveva messo a punto un percorso per gli omosessuali che volevano tornare etero.

Ed ha ammesso che, spesse volte, la tentazione di andare a letto con un uomo si è ripresentata ma che è riuscito a “tenerla a bada”  solamente dominando ogni tipo di fantasia

All’inizio sbranavo i ragazzi con gli occhi. Ora ho potato le mie fantasie. Le ho quasi domate. La mia libido è molto scesa. Oggi mi nutro di amicizia virile.

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