Quella dei transgender è una realtà in italia come il resto del mondo, che dovrebbe essere trattata come normale ma che incontra innumerevoli tipi di problemi ed ostacoli. Come quella di trasformare un matrimonio in unione civile dopo il cambio di sesso.
Quella delle unioni civili in Italia è stata una piccola e imperfetta vittoria che non ha cancellato le brutture di un trattamento pessimo della comunità LGBTQ nel nostro paese. E se sembra che creando un precedente e sfruttando una sentenza recente si possa evitare il divorzio per coloro che da coppie eterosessuali sposate diventano una coppia omosessuale, rimane comunque il fatto che il proprio impegno subisca in materia di diritti un “downgrade” al quale comunque arrivare con fatica e con tanta burocrazia.
Ce lo dimostra la storia di Isabella e Lucia, raccontata da Repubblica. Nello specifico parliamo delle due infermiere spezzine che diventeranno la prima coppia che vedrà trasformato il proprio matrimonio in unione civile per effetto della legge Cirinnà. Isabella è infatti una donna transessuale operatasi lo scorso 12 marzo e moglie (prima marito, N.d. R) di Lucia. La coppia si è conosciuta sul luogo di lavoro nel 2000 e nonostante le difficoltà di un rapporto che ha dovuto fare i conti con questo “cambiamento”, è ancora forte nel proprio amore. Anche contro i consigli di rottura provenienti da alcune persone a loro vicine.
La domanda che bisognerebbe porsi è la seguente: c’è davvero bisogno di aggiungere la burocrazia (inutile tra l’altro in questo caso, N.d.R.) in un contesto dove il rapporto non è messo in discussione? Mistero.