Sfogliando uno dei siti preferiti (si fa per dire) della comunità gay italiana, Pontifex, apprendiamo interessanti visioni sui Gay Pride organizzati nel nostro Belpaese. Tocca all’Arcivescovo di Trani Monsignor Giovanni Battista Pichierri aprire le danze, ritornando sull’Orgoglio Gay del 26 giugno a Napoli e soprattutto sul fatto che Vladimir Luxuria ha esaltato il Vescovo della città Crescenzo Sepe definendolo grande pastore perché non ha ostacolato in alcun modo la manifestazione
I complimenti di Luxuria per me sarebbero molto imbarazzanti e sgraditi e sicuramente ne avrei preso le distanze con i debiti modi. Poi ognuno si regola come vuole. Indubbiamente i Vescovi non hanno alcun potere di vietare una manifestazione in terreno civile, ma devono parlare chiaro e se necessario ammonire la popolazione ei fedeli dei rischi che comporta. Ricevere in sé stesso non é male. Ma bisogna ricevere per convertire e invitare a cambiare vita. Ma evitare ogni indulgenza verso questi vizi come l’ omosessualità. Si tratta di tendenze disordinate e contro natura. Bisogna avere misericordia, ma neppure indulgenza con chi ne fa pubblica dimostrazione e vanto.
Ritornando sullo stesso tema, il vescovo Emerito di Senigallia, Monsignor Odo Fusi Pecci si dimostrando più catastrofista, perchè nei Pride sospetta ci possa essere l’ombra del demonio (ma che idiozia!)
I gay non devono essere ricevuti, un errore. Quando Luxuria ti elogia, parla il demonio. Il vescovo non ha potere di impedire la manifestazione, ma deve ammonire contro queste degenerazioni. Si tratta di cose che offendono Dio e il Gay Pride é una emenazione del maligno in quanto ci divide da lui, insomma un prodotto satanico.
Siamo proprio messi bene!