Monsignor Paolo Rigon: “L’omosessualità bisogna prenderla dall’inizio perché la si può superare”

Home » Cultura Gay » Monsignor Paolo Rigon: “L’omosessualità bisogna prenderla dall’inizio perché la si può superare”
Spread the love

Monsignor Paolo Rigon: "L’omosessualità bisogna prenderla dall’inizio perché la si può superare" Cultura Gay Monsignor Paolo Rigon,vicario giudiziale del tribunale ecclesiastico ligure, si è scagliato contro i gay, responsabili dei divorzi tra eterosessuali (“Chi si abitua a questo stile di vita molto probabilmente non potrà restare fedele ad una sola persona“). La cura allo spinoso problema? Curarsi con la psicoterapia:

Non si nasce omosessuali. La nascita dell’omosessuale è rarissima, nel senso di disfunzione ormonale o fisica. Quindi, dal momento che l’omosessualità è indotta, bisogna prenderla dall’inizio, perché così si può superare, attraverso la psicoterapia. Un’omosessualità incancrenita non è superabile, non c’è matrimonio che possa aiutare questa persona. E’ chiaro che un omosessuale non potrà essere fedele alla moglie o al marito.

Non si è fatta attendere la risposta dell’Arcigay e e Arcilesbica Genova. I presidenti Valerio Barbini e Lilia Mulas sono passati al contrattacco:

Ciò che va estirpata è l’omofobia, l’odio e la discriminazione che monsignor Rigon ha contribuito a diffondere con falsità e disinformazione. Sono passati più di trent’anni dall’eliminazione dell’omosessualità dal manuale diagnostico dei disturbi mentali, ma Rigon non se n’è accorto.

E l’intervento di Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay:

La sua chiosa sull’omosessualità, espressa in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ecclesiastico, oltre che violentemente omofoba e pericolosa fa di lui un grave peccatore secondo l’ottavo comandamento “Non dire falsa testimonianza”. Rigon riporta in auge metodi propri del nazismo con la sua idea che l’omosessualità sia un “problema da estirpare” e commette un peccato molto grave nell’affermare che l’omosessualità si possa superare con la psicoterapia. E’ totalmente falsa testimonianza. Lo invitiamo quindi a confessarsi privatamente e a chiedere venia pubblicamente per tanta acredine. Sull’omosessualità poi, ricominci a tacere: solo così farà del bene a se stesso e al suo prossimo suo.

Leggi ora  Moris Carrozzieri: "I calciatori gay esistono ma sono attenti a non farsi vedere"