Mounir Baatour, primo candidato gay in Tunisia

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Mounir Baatour, primo candidato gay in Tunisia GLBT News

Le elezioni presidenziali in Tunisia vedranno tra i candidati anche Mounir Baatour, primo candidato dichiaratamente gay nella storia del paese. Un evento importante, perché in Tunisia l’omosessualità è ancora un reato per cui si rischiano fino a 3 anni di carcere.

Ci sono 98 candidati in lizza, ma solo un quinto di questi potrà realmente concorrere, dopo il vaglio finale per controllare i requisiti.

Tra questi, forse ci sarà anche Mounir Baatour, un personaggio importante ma controverso, nel mondo Lgbt del paese. Importante perché fondatore del movimento per l’abolizione del reato penale di omosessualità, ma anche controverso, perché coinvolto in un processo che lo ha visto condannato a tre mesi per sodomia.

Il personaggio

Nonostante in molti hanno denunciato l’oscurità delle accuse a Baatour, sono proprio alcune delle associazioni tunisine per i diritti gay a non voler la candidatura del fondatore di Shams, l’associazione per la depenalizzazione in Tunisia. Queste associazioni ritengono infatti un danno, la candidatura di Baatour, per lo stesso movimento, proprio a causa di questa condanna. Tra circa due settimane si saprà comunque se la sua candidatura sarà ammessa.

Se all’estero Baatour è un personaggio che ha l’appoggio di tutti, non è così in patria. Avvocato, Baatour ha a tempo fatto coming out, e ciò ha comportato la richiesta, da parte degli islamici conservatori, della sua radiazione dell’albo.

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Secondo l’avvocato, la situazione tunisina è “catastrofica”, perché nel paese i gay sono continuamente arrestati e perseguitati. Gli arrestati devono subire anche il test anale, una forma di tortura, e possono avere i loro telefoni sotto controllo da parte della polizia.

Inoltre, in carcere, sono molte le violenze contro i gay, che non trovano appoggio nemmeno in famiglia, dalla quale sono spesso allontanati.

Il suo programma presidenziale prevede di cambiare la Costituzione per dare più poteri al presidente. Baatour vorrebbe indire un referendum per aumentare i poteri del capo dello Stato, anche se questo tipo di politica potrebbe incontrare non solo l’ostacolo dei conservatori, ma anche di chi ricorda il vecchio presidente padrone Ben Ali, deposto dopo le furiose proteste popolari che diedero il via alla Primavera araba.

Il presidente, grazie alla modifica costituzionale, avrebbe più poteri in economia, ma anche nei settori ecologici, culturali ed educativi.