Ha sollevato qualche critica l’articolo pubblicato sul quotidiano Jewish Telegraph e scritto da Doreen Wachmann, giornalista accusata di omofobia e colpevole di aver definito l’omosessualità una “malattia curabile”.
A far arrabbiare le comunità gay di tutto il mondo sarebbe stato un quesito lanciato dalla giornalista:
Non capisco perché metodi come l’eutanasia e l’aborto debbano essere incoraggiati, mentre gli uomini e le donne omosessuali e religiosi non possano provare a curare il loro problema.
A giudicare, e criticare, l’articolo della giornalista sarebbe stato anche il Rabbino Mark Solomon, della Comunità Ebraica Liberale di Manchester, che l’avrebbe definito di “una cattiveria inaudita verso gli omosessuali ebrei e sintomo di grande ignoranza”:
Gli omosessuali sono stati maltrattati per secoli: contro di loro sono state mosse accuse terribili, tremende persecuzioni e infami violenze. L’attrazione verso lo stesso sesso è una condizione naturale, non è sintomo di una malattia da curare.
E ancora:
Nessuno è obbligato a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità: ognuno è libero di vivere la propria vita come meglio crede. E’ un fattore strettamente personale e dichiarazioni come quelle della giornalista non fanno altro che aumentare il disagio di ogni omosessuale.
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