Nemica giurata della comunità lgbt italiana (tanto da decidere di cambiar partito per accodarsi all’Udc di Casini), Paola Binetti si è sbottonata ad Un giorno da pecora di Radio 2 mostrando un minimo di diplomazia su tematiche queer:
Rispetto gli omosessuali, ho molti gay e lesbiche tra i miei collaboratori. Ho rispetto per ognuno di loro, per la loro identità, per le loro scelte, e per i loro comportamenti. Ma se mi sta chiedendo se andrò al gay pride, la risposta è: no, non posso andare.
Riprendendo il pensiero di Nicola Legrottaglie, il politico è ritornato a parlare del delicatissimo tema delle adozioni omosex:
Io sono favorevole ad una famiglia composta da padre e madre. Ma se quest’associazione raccoglier le firme sufficienti per una proposta di legge, e se questa sarà approvato anche alla Camera e al Senato, la legge passerà, non è necessario che sia d’accordo.
La Binetti chiarisce, una volta per tutte, il suo concetto di famiglia:
Quando dico una famiglia intendo una famiglia con un rapporto stabile, che sia sposata.
Qualcuno riesce a spiegare all’onorevole Binetti che anche due uomini e donne possono realizzare un progetto comune basato sull’amore, rispetto e condivisione? E’ così difficile?