Paola Concia ha invitato Carlo Giovanardi a pranzo. Non si tratta di un invito galante, ma di una occasione per la deputata del PD di spiegare all’ex sottosegretario del PDL che l’omosessualità non è né una vergogna né una cosa contro natura:
Carlo ieri mi hai fatto passare una brutta domenica. Ci vogliamo incontrare, magari a pranzo, così ti spiego un po’ di cose a quattrocchi? Ci sono cose di buona educazione, per cui, per esempio, il nudismo è praticabile in una spiaggia riservata, ma non a Riccione sotto un ombrellone con le famiglie. E anche i genitori, che certo hanno rapporti tra loro, se si scambiano effusioni davanti ai figli, possono imbarazzarli. E infine ci sono cose fisiologiche, naturali, come fare pipì, che non è il caso di fare se fatte in pubblico.
Paola Concia lo ha dichiarato ai microfoni di Radio2 Un Giorno da Pecora, trasmissione radiofonica che ha ospitato nello stesso momento anche Giovanardi. La risposta di quest’ultimo alll’invito è stata positiva. La forza di volontà della Concia è ammirevole, ma com’era quel detto “a lavare la testa all’asino si perde acqua e sapone”? Ecco, nel caso di Giovanardi calza alla perfezione.