Nemmeno a Natale (dove dovremmo essere tutti più buoni), Benedetto XVI riesce a non citare i suoi nemici preferiti, ovvero noi gay. Durante il tradizionale Angelus domenicale, il Pontefice ha ribadito che la famiglia, basata sull’amore e finalizzata alla procreazione, è composta unicamente da un uomo e donna, che hanno la responsabilità esclusiva dei figli:
La nascita di un bambino non è un mero atto riproduttivo, e un bimbo ha bisogno non tanto di comodità esteriori, quanto piuttosto dell’amore di un padre e di una madre e del calore familiare. E’ questo che dà ai piccoli sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita.
Mi piacerebbe spiegare al Papa, che anche un nucleo omosex è capace di dare lo stesso affetto, entusiasmo e protezione ai figli di una coppia etero e che, se stiamo in questa situazione di una formale tolleranza verso il popolo glbt è a causa di parole estremamente omofobe rivolte dalla Chiesa verso i gay. Se la società italiana non è pronta ad un salto di qualità per la tutela dei diritti di tutti, la colpa è esclusivamente di chi, come sua Santità, impone dettami senza seguire le parole di fede. Sbaglio, o nella Bibbia c’è scritto che siamo tutti figli di Dio e che il Sommo Padre ama tutti indistintamente? Riflettiamoci su…