La storia del prete teologo che ha fatto coming out ha scosso in modo molto forte la Chiesa che ancora una volta, invece di interrogarsi sul suo operato, non ha fatto altro che sospendere il sacerdote. Lungi da noi infilarci in una diatriba teorico religiosa, ma ci siamo dimenticati tutti che il celibato dei preti è stato inserito in un concilio e che se dovessimo dar retta a ciò che c’è scritto nella Bibbia per filo e per segno, dovremmo dire addio anche ai crostacei?
E’ questo quello che personalmente chi vi scrive, quando qualcuno attacca dal punto di vista religioso sull’omosessualità, fa notare. Perché in ogni strato della società ci sono problematiche relative all‘ipocrisia e in questo caso la questione è ancora più ampia e diretta: è tutto scritto nero su bianco. E la parzialità è la cosa più evidente: omosessualità no e crostacei si? Il due pesi-due misure non è davvero indicato. Invece di apprezzare la sincerità dell’uomo e la sua capacità di aprirsi ai fedeli ed al mondo, ancora una volta la Chiesa decide di porsi dalla parte sbagliata. Richiudendosi nel suo essere arcaico. Vorremmo che fosse così anche nei confronti delle brutture che essa stessa sostiene, sia moralmente che economicamente.
L’omosessualità ed il coming out viene vista come qualcosa di sporco e quasi maligno: si può definire peccato qualcosa che è parte dell’essere umano come dei capelli biondi o degli occhi azzurri? Secondo noi, no. E sarebbe il caso che la Chiesa decidesse di smetterla di nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
Photo Credit | Thinkstock