Mentre nel Pd continua la bagarre sulle unioni gay, il Psi senza giri di parole fa sapere di essere favorevole alla questione. Il segretario socialista Riccardo Nencini ha dichiarato:
I socialisti, non da oggi, sono favorevoli, senza se e senza ma, al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e ai matrimoni gay. Assieme ai contorsionismi e alle ambiguità che continuano a manifestarsi all’interno di quel partito, costituiscono un elemento di viva preoccupazione, poiché su questi temi che sono dirimenti e costituiscono la base di un’ idea condivisa di eguaglianza e di laicità non vi possono essere né tentennamenti, né confuse e pasticciate mediazioni.
Sullo stesso parere anche gli altri esponenti del partito, in primis Bobo Craxi:
Bisogna prendere atto che sulle unioni civili l’orientamento di fondo del Pd è arretrato rispetto a tutti gli altri partiti socialisti e progressisti in Europa. Esso è, naturalmente il frutto di tanti compromessi e della sintesi “originale” tra post comunismo e cattolicesimo democratico. Nulla di grave: ciò semmai conferma l’esigenza vitale, per la sinistra italiana, di una posizione più aperta, liberale e riformista, che non può che esser rappresentata dai socialisti italiani. D’altronde, i diritti civili non possono conoscere una stagione “nera” per mere ragioni di opportunità politica e tattica.
Rita Moriconi, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna:
Su questo punto non ci possono essere zone d’ombra o perplessità e il Pd, questa volta, deve dire chiaramente se intende o no dare finalmente soddisfazione ai tanti movimenti omosessuali che, da vent’anni a questa parte, hanno portato idee e voti alla sinistra in Italia con la convinzione che il diritto ad avere una famiglia potesse essere finalmente riconosciuto anche a loro. I socialisti, non da oggi beninteso, sono favorevoli senza se e senza ma al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e ai matrimoni gay perché, quando si tratta di diritti, non c’è trattativa che tenga: bisogna soltanto impegnarsi per ottenerli. La questione deve essere messa chiaramente nero su bianco nel programma per le prossime elezioni nazionali e non può essere oggetto di veto o merce di scambio in quanto l’Italia è ormai pronta per riconoscere le coppie di fatto e per dare diritti e doveri a chi vuole costruirsi un’unione che non si chiami matrimonio.
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