Occorre fare il punto della situazione in merito al rapporto annuale sui diritti LGBTQIA+ in Europa e Asia centrale. Chaber, direttore esecutivo di ILGA-Europe, ha presentato l’ultimo rapporto annuale dell’International Lesbian and Gay Association (ILGA), un’organizzazione indipendente che da 14 anni monitora e documenta la situazione dei diritti umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersex in Europa e Asia centrale.

Analisi e metodologia alla base del rapporto annuale sui diritti LGBTQIA+ in Europa e Asia centrale
L’analisi di ILGA si basa su un’attenta valutazione delle azioni legislative e giudiziarie, nonché degli eventi riportati dai media, per determinare il livello di tutela delle persone LGBTQIA+ nei vari paesi. I punti salienti del rapporto 2024 si focalizzano in primis sulle leggi sugli “agenti stranieri”. Nel 2024, i governi di Bulgaria, Georgia, Ungheria, Kirghizistan e Montenegro hanno imposto alle ONG internazionali di registrarsi come “agenti stranieri”. Questa legge, originariamente adottata dalla Russia nel 2012, mira a limitare la libertà di espressione e delegittimare l’operato delle ONG.
C’è anche la rainbow Map. ILGA-Europe produce anche una “Rainbow Map“, una mappa che assegna un punteggio da zero a cento ai paesi europei in base al livello di tutela dei diritti civili delle persone LGBTQIA+.
Situazione in Europa
La Rainbow Map, pur essendo un indicatore utile, deve essere interpretata con cautela, poiché non sempre riflette la realtà vissuta dalle persone LGBTQIA+ nei singoli paesi. L’Italia, nella Rainbow Map, risulta avere un punteggio simile a quello dei paesi dell’Europa orientale, piuttosto che a quello di altri membri del G7 come Francia, Germania e Regno Unito.
Il rapporto di ILGA-Europe fornisce una panoramica importante sulla situazione dei diritti umani delle persone LGBTQIA+ in Europa e Asia centrale. È importante considerare che i diritti LGBTQIA+ sono in continua evoluzione e che possono variare significativamente da paese a paese.
Cosa dice il apporto annuale sui diritti LGBTQIA+ in Italia
L’analisi dettagliata del rapporto ILGA rivela una situazione di stallo per quanto riguarda i diritti LGBTQIA+ in Italia. Il punteggio del paese, infatti, ha registrato una crescita minima negli ultimi anni.
Il ruolo chiave della legislazione nazionale
Come sottolinea Muzzetta, la mancata approvazione di una legge nazionale sui diritti LGBTQIA+ ha un peso significativo nel sistema di valutazione di ILGA. Questo aspetto è cruciale per comprendere la posizione dell’Italia nella Rainbow Map e la sua distanza da altri paesi europei. Insomma, dal rapporto annuale sui diritti LGBTQIA+ in Italia emerge che c’è ancora tanto da fare nel nostro Paese.